Il PONTE e la STORIA

Il ponte della Becca (lungo mt. 1041 e largo 8) sorge alla confluenza tra i fiumi Po e Ticino e la strada che lo attraversa è la ex statale 617 Bronese, ora provinciale, che collega Broni a Pavia.

Il ponte nasce dalla necessità di avere un collegamento stabile tra l’Oltrepo Pavese e il capoluogo, in quanto il sistema di traghettamento con l’utilizzo di barconi e i successivi ponte di barche, risentivano troppo del flusso delle acque, rendendone insicuro l’utilizzo specialmente nei periodi di piena del fiume.

I primi tentativi di istituire un Comitato che portasse alla redazione di un progetto per la costruzione del ponte risalgono al 1881, ma non ebbero un esito pratico. Solo successivamente, nel 1885, fu istituito il Comitato che portò alla redazione dei primi progetti di costruzione, ma ci vollero anni prima che il Consiglio provinciale approvasse il piano finanziario dell’opera (1902) per dare avvio alla costituzione del Consorzio dei Comuni interessati (1904) che avrebbe in seguito affidato l’opera alla società Nathan e Uboldi. Nel 1909 venne redatto il progetto definitivo che diede l’avvio ai lavori di costruzione i quali vennero completati nel 1912.

 

1912

Il 7 luglio 1912 avvenne l’inaugurazione ufficiale con la presenza di Vittorio Emanuele di Savoia, Conte di Torino.

Con la costruzione del ponte venne assicurato un collegamento stabile tra l’Oltrepo Pavese e il resto della Lombardia a vantaggio delle attività commerciali che in tal modo non risentivano delle condizioni di piena del fiume. Anche il trasporto via chiatte che si svolgeva in quel periodo lungo il fiume Po ne trasse giovamento in quanto l’interscambio con i trasporti terrestri poteva ora contare su un collegamento stabile.

 

1944

Durante la Seconda Guerra mondiale divenne un obiettivo strategico e fu oggetto di attenzioni da parte dell’esercito americano. La mattina del 30 luglio 1944 uno stormo di 12 cacciabombardieri P 47 Thunderbolt decollarono dalla base Alto in Corsica con l’obiettivo di tagliare i collegamenti nella zona lombarda meridionale e inflissero gravi danni alla struttura del ponte. Solo nel 1950 vennero completate le riparazioni, ad opera della Società Nazionale Officine di Savigliano, necessarie a rendere il ponte nuovamente agibile. Il progetto originale era stato calibrato per il traffico veicolare dell’epoca e quindi strutturato per i mezzi circolanti in quel periodo, non minimamente paragonabile all’incremento sia in peso sia in velocità che l’evoluzione del settore ha comportato. A ciò va aggiunto il normale deterioramento da usura sia per quanto riguarda i piloni sia per la struttura metallica, che la normale manutenzione effettuata non ha consentito di adeguare.

 

2010

Il 28 novembre 2010 viene rilevato un cedimento di 4 centimetri di un giunto della struttura: a seguito di questo il ponte fu dichiarato non transitabile] e quindi chiuso al traffico. Venne riaperto a fine dicembre dello stesso anno limitandone l’utilizzo ai soli mezzi con peso inferiore ai 35 quintali con esclusione solo per i mezzi di trasporto pubblico.

 

2011

Il 17 marzo 2011 durante il periodo di piena del Po, il pilone 9 del ponte riscontra un cedimento strutturale facendo seguire una nuova inagibilità al traffico veicolare. A seguito dei lavori di ripristino vengano installate delle strutture in cemento armato onde limitare il passaggio ai veicoli pesanti. Ciò si rende necessario in quanto il precedente divieto veniva regolarmente disatteso.

 

Nel giugno 2011 vengono completati i rilievi sul letto del fiume in prossimità dei piloni. I risultati non furono incoraggianti in quanto le buche formatosi sotto i piloni 8 e 9 hanno un andamento dinamico creando instabilità nella struttura. A ciò si aggiunge che il pilone 8 penetrerebbe nel letto del fiume in misura molto inferiore agli altri piloni diminuendo di molto la sicurezza strutturale del ponte.

 

Oggi

Attualmente il transito veicolare è ammesso per i mezzi di peso inferiore ai 35 quintali, con limitazioni di tipo fisico costituite da strutture in cemento armato.

 

Il traffico ai mezzi pubblici è consentito nella parte centrale dove la larghezza delle strutture limitatrici lascia un varco maggiore e l’inibizione ai non autorizzati è posta in essere da un pilone ad azionamento pneumatico comandabile a distanza, anche se purtroppo soggetto a guasti, che non vengono riparati con la dovuta e necessaria celerità.

  

 

La necessità di un nuovo ponte che sia adeguato al moderno traffico veicolare diventa perciò una necessità di natura strategica sia per i veicoli commerciali sia per la mobilità civile.

 

by Gian Rigon 13-11-2016